Come si può vedere ancora oggi la Via Sacra fu realizzata con un basolato in pietra lavica nera per un larghezza di 2,60 metri. I grandi lastroni di pietra avevano la parte superiore levigata e di forma poligonale e la parte inferiore a cuneo in modo da penetrare stabilmente nel terreno ed il tracciato era fiancheggiato da marciapiedi di peperino dai quali sporgevano i paracarri. Questa antica strada, in buona parte agevolmente percorribile a piedi, domina un panorama imponente. Da una caratteristica terrazza è infatti possibile osservare contemporaneamente i due laghi vulcanici: il lago Albano e il Lago di Nemi.
La Via è detta Sacra perché conduceva al Tempio di Juppitr Latialis (Giove Laziale), eretto sulla vetta di Monte Cavo, dove convenivano i Latini, gli Equi e i Volsci per pregare e rendere gli auspici a Giove. Il tempio sotto Tarquinio il Superbo (534 A.C.) raggiunse il massimo splendore divenendo la sede delle Feriae Latine, ove i rappresentanti delle 47 leghe latine si riunivano per celebrare solennemente il patto di amicizia. Il tempio era anche il luogo deputato alle ovazioni dei comandanti vittoriosi di ritorno dalle imprese militari; fra i tanti che vennero a trionfare ricordiamo Caio Giulio Cesare (45 D.C.). Il tempio nel IV secolo dopo Cristo andò in rovina, in seguito alla proibizione dei riti pagani nel 391. Sui suoi resti venne costruito un romitorio dedicato a San Pietro, trasformato nel 700 prima in un monastero e poi in albergo.